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Cesi, Sella, Volterra
Lincei, Roma
10/2/11
Federico Cesi, Quintino Sella, Vito Volterra.
Il ruolo delle Accademie
nella storia d’Italia.
A pochi mesi dalla sconfitta di Custoza, nella Terza Guerra
dell’Indipendenza, Pasquale Villari scriveva:
“Non è il quadrilatero di
Mantova e V rona che ha potuto arrestare il nostro cammino, ma è il
quadrilatero di 17 milioni di analfab ti e 5 milioni di arcadi”
(
Pasquale Villari
, Di chi è la colpa ? o sia la pace e la guerra, Il
Politecnico, Serie IV, Vol. III, fasc. III, Settembre 1966, pp. 257-288).
L’allarme, l’invettiva di Pasquale Villari passò inosservata, se, poco
più di cinquant’anni più tardi, nei giorni della sconfitta di Caporetto,
nella prima guerra mondiale, si poteva leggere, sul “Corriere della
Sera”, che:
Forse il giudizio più b ni no che della scuola italiana si può
dare è questo; che essa fu assente nel p riodo in cui si formava la nuov
generazione, la quale oggi combatte.
Queste affermazioni – sfuggite
all’attenzione di un’opinione pubblica distratta (anche allora),
trovarono una ricomposizione in un saggio di Ernesto Codignola, dal
titolo: Il problema della nostra scuola, che aprì un fascicolo di
“Energie nove” (Serie II, n. 9, Torino, ottobre 1919) e, nelle intenzioni
di Piero Gobetti, volle essere
tentativo e voce di richiamo per una più
viva organizzazione pratica di forze realizzatric
Il tentativo fallì, la
voce di richiamo
non fu ascoltata (né allora, né più tardi) da
un’opinione pubblica e da una classe politica insensibile, in larga
misura, ai problemi formativi, culturali, scientifici inerenti alla nuova
realtà nazionale.
Pur in un contesto diverso, analoghe questioni si erano poste più di
due secoli prima in Francia, affrontate peraltro con un’aggressiva
visione realistica dei problemi concreti che non trova riscontro
neppure nella realtà di oggi.
1
Al fascicolo collaborarono studiosi di grande prestigio, già allora - quali lo
stesso Ernesto Codignola, Giovanni Gentile, Luigi Galante, Manara Valgimigli,
Francesco Severi, Antonio Garbasso – le cui traiettorie politiche avrebbero
seguito vie diverse da quella, tragicamente breve, dello stesso Gobetti,
approdando all’Accademia d’Italia, al Ministero dell’Educazione Nazionale,
all’amministrazione di grandi città, … . Si veda, in proposito:
E.Vesentini
, Un
contributo di Francesco Severi alle riviste di Piero Gobetti, Archimede, Anno
XLVII (1996), pp. 115-117.