Come scrive Jacques Godechot
2
, nell’
ancien régime,
in Francia,
l’insegnamento superiore era gestito da ventidue università, oltre al
ollège Royal,
all
’Observatoire
, ed a diverse
Ecoles (des ponts et
chaussées, des mines, de langue, du génie, des cadets, …)
. Al vertice
dell’organizzazione piramidale dell’insegnamento superiore e della
struttura embrionale della cultura e della scienza si ponevano sette
accademie
(Académie franç ise, Académie des inscriptions et belles-
lettres, des sciences, de peinture, d’architecture, de sculpture, d
chirurgie)
.
Fra il 1750 ed il 1795, a valle di un dibattito intenso nel quale si
confrontarono esperienze riformatrici molteplici, questo quadro
stagnante subì un cambiamento radicale.
Il 18 giugno 1793, il
Jardin du Roi
è trasformato in
“Museum d’histoire
naturelle”
. Pochi mesi più tardi nasce l’
“Ecole centrale des travaux
publics
”, che diventerà poco dopo l’
“Ecole polytechnique”
e
pubblicherà il
“Journal de l’Ecole Polytechnique”
, ancora oggi una
rivista scientifica di grande prestigio.
Al vertice della piramide, l’
“Institut National des sciences et arts”,
istituito il 25 ottobre 1795, rimpiazza le sette vecchie accademie, con
il compito di
“perfectionner les sciences abstraites par des recherches
non interrompues, par la publication d s découvertes, par la
correspondance avec les sociétés savantes françaises et étrangères”,
seguendo inoltre
les “travaux scientifiques et littéraires qui auront
pour objet (…) l’utilité générale et la gloire de la république.”
Un secolo più tardi, problemi analoghi a quelli affrontati dalla
Repubblica Francese e dall’Impero Napoleonico si pongono, con
urgenza non minore, al neonato Regno d’Italia in un contesto reso
ancora più complesso dall’insorgere di nuove difficoltà e nuove
esigenze negli anni trascorsi dall’esperienza maturata oltr’alpe.
Nell’ambito delle accademie, nella nuova realtà nazionale nella quale
sopravvivono tenacemente esigenze e consuetudini locali, urge
distinguere due modelli diversi, nati da un’esigenza comune ma
sviluppatisi lungo traiettorie differenti.
“Io distingu
– scrive
Alessandro Verri
3
-
due sorta di accademie, e la distinzione mi pare
2
J.Godechot,
Les institutions de la France sous la Révolution et l’Empire, Presses
Universitaires de France, 1951, 1989.
3
A.Verri
, Dei difetti della letteratura e di alcune loro cagioni , Il Caffè, a cura di G.
Francioni e S.Romagnoli, Bollati Boringhieri, Torino, 1993, p. 550. Si veda, in
proposito, il saggio:
M.Mamiani
, Le accademie scientifiche e le università tra
XVII e XVIII secolo (in:
R.Simili
(a cura di) Ricerca e istituzioni scientifiche in
Italia, Laterza, Bari, 1998, pp.19-31), nel quale può leggersi ancora, del Verri:
Se
le accademie dei poeti danno superiorità ad una nazion sulle altre, io credo
la